Autorizzazione della diagnosi preimpianto : rischio di sbandata

Comunicato stampa della Commissione di Bioetica

 

Chi può scegliere, selezionare ed eliminare degli embrioni in un laboratorio medico? E’ con inquietudine che la Commissione di bioetica della CVS reagisce alla decisione della Commissione della scienza, dell’educazione e della cultura del Consiglio degli Stati (CSEC-E) di entrare in materia a proposito dell’autorizzazione della diagnosi preimpianto (DPI).

Non solamente la CSEC-E approva la direzione proposta dal Consiglio federale, ma essa desidererebbe pure spingersi oltre i limiti che quest’ultimo intende mettervi. Un simile approccio utilitaristico apre alla certezza di un pendio scivoloso: se si propende per un ammorbidimento dei limiti, altre concessioni seguiranno inesorabilmente. La porta è spalancata sull’entrata in un’epoca di pratiche eugenetiche: in effetti, la DPI rientra nell’ambito dell’eugenetica, come del resto il Consiglio federale ammette esplicitamente nel suo messaggio.

Noi pensiamo che, contrariamente a ciò che si intende far credere, non siamo nell’ambito del progresso, ma in quello della decostruzione del “vivere insieme”. In effetti, una società non diviene migliore nel momento in cui si autorizza a selezionare coloro che considera come “buoni” e a eliminare gli altri. Una società è autenticamente umana quando, pur lottando contro la sofferenza e la malattia, si dimostra capace di accogliere ogni persona nella sua dignità e di far spazio ai più piccoli e ai più vulnerabili tra i figli dell’uomo. Forte di questo principio umano ed evangelico, la Chiesa rifiuterà sempre di considerare la scelta, la selezione e l’eliminazione degli esseri umani quale progresso. Essa propende, al contrario, per un orientamento della tecnica verso soluzioni innovative e rispettose di ogni vita umana.

Friborgo, 13 settembre 2013

Prof. Thierry Collaud
Presidente della Commissione di bioetica della CVS