Consultazione pubblica sulla revisione della legge sugli agenti terapeutici (LATer)

In vista della revisione della legge sugli agenti terapeutici (LATer), il Consiglio federale ha avviato un’ampia procedura di consultazione, alla quale ha partecipato la Commissione di bioetica (CB).

L’obiettivo della LATer è garantire l’immissione sul mercato svizzero di medicamenti e dispositivi medici sicuri ed efficaci. La sua revisione mira ad aumentare la sicurezza dei farmaci attraverso un maggiore utilizzo degli strumenti digitali e una chiara regolamentazione dei medicinali per le terapie innovative, al fine di consentire alla popolazione un rapido accesso a nuove forme di trattamento. Inoltre, una serie di nuove disposizioni consentirà di agire più efficacemente contro la resistenza agli antibiotici (sia nella medicina umana che in quella animale), affrontando il problema da una prospettiva globale e contrastandolo così in maniera più efficace.

Nonostante questi evidenti vantaggi, ci sono serie reticenze in altre aree di questa revisione. In particolare, la CB ritiene che l’inclusione delle disposizioni relative a embrioni, feti e cellule staminali da essi estratte in una legge su medicamenti e dispositivi medici (e non nella legge sui trapianti, nella legge sulla medicina della procreazione o nella legge sulle cellule staminali) contribuisca a indebolire il loro status e la protezione loro garantita. Il fatto che vengano considerate insieme realtà molto diverse tra loro, ovvero gli agenti terapeutici (prodotti di origine chimica e prodotti di origine biologica), gli organi, i tessuti e le cellule, nonché gli embrioni, i feti e gli embrioni soprannumerari, fa sì che questi ultimi non godano più di uno status speciale, ma siano elencati alla stregua di preparati ottenuti con semplici manipolazioni chimiche tra i materiali da cui possono essere fabbricati gli agenti terapeutici.

La revisione della LATer contribuisce certamente a rafforzare la sicurezza dei pazienti, introducendo nuove regole per la digitalizzazione di diversi processi medici e garantendo in generale una maggiore considerazione del consenso informato dei pazienti. Tuttavia, limitando la tutela della salute, della dignità e della personalità ai donatori capaci di autodeterminarsi, trascura i donatori più vulnerabili: quelli che, donando anche solo poche cellule staminali, perdono automaticamente la vita perché i ricercatori sono obbligati a distruggerle subito dopo il prelievo (cfr. Legge sulle cellule staminali, art. 9, cpv. 1, lett. a).

Infatti, l’estensione dello scopo della presente legge, come indicato nell’articolo 1, alla tutela della salute, della dignità e della personalità dei donatori, estendendo al contempo il campo di applicazione ad altri “materiali di partenza” come gli embrioni soprannumerari, annulla questa promessa iniziale di tutela e quindi gli obiettivi che la stessa revisione della legge si era prefissata.

Le considerazioni pragmatiche e utilitaristiche che giustificano l’uso di embrioni soprannumerari nel caso della fecondazione in vitro o di cellule prelevate dal feto o dall’embrione in seguito a un’interruzione di gravidanza per far progredire la ricerca medica e le possibilità terapeutiche non possono trascurare la massima protezione che deve essere garantita all’embrione in quanto soggetto umano particolarmente vulnerabile.

Rifiutando qualsiasi ulteriore allentamento delle condizioni di utilizzo, la CB spera di poter contribuire a rendere consapevoli gli scienziati e il pubblico in generale che l’embrione non è né un oggetto di ricerca, né un ingrediente come un altro nello sviluppo di prodotti terapeutici.

 

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